Il segnale digitale terrestre è definito in tutte le sue caratteristiche
dallo standard europeo DVB-T/T2, che significa Digital Video Broadcasting-
Terrestrial. Esso utilizza la codifica COFDM (una variante di OFDM),
il cui principale vantaggio è dato dalla robustezza. Il passaggio al digitale
terrestre ha consentito, grazie alla compressione dati operata dalla
codifica di sorgente in trasmissione, la liberazione di una porzione di
banda radio, in parte utilizzabile per nuovi canali radiotelevisivi ed in
parte destinata a favore dei servizi radiomobili LTE.
Segnale digitale terrestre
Il segnale digitale terrestre è composto da migliaia di portanti, tanto da
dare l’impressione di uno spettro continuo. Ognuna di queste portanti è
modulata singolarmente in ampiezza e fase ed indipendentemente dalle
altre, e porta con se una parte del contenuto totale dell’informazione: il
decoder dell’utente poi, dovrà interpretare e ricomporre tutte le informazioni,
traducendole in segnale video. La potenza sul canale TV è distribuita
uniformemente su tutta la banda (8MHz) e non è più concentrata
in corrispondenza delle portanti audio/video come nel canale analogico.
Nel caso del DTT quando si riceve un livello troppo basso del segnale si
genera l’effetto “soglia” e quindi si perde la possibilità di demodulare,
ottenendo uno schermo completamente nero. Di conseguenza è molto
importante per un segnale DTT avere un certo margine nella ricezione.
Come si può intuire, tutto questo comporta un diverso approccio nelle
misure dei parametri che garantiscono una buona visione. Un installatore
non deve mai trascurare i valori di:
• bit error ratio (BER)
• modulation error ratio (MER)
Di seguito viene riportata una breve descrizione per ciascuno dei punti
appena citati.
Il livello del segnale
Il primo e più semplice parametro da verificare è il livello del segnale,
inteso come la sua ampiezza o intensità di potenza. Tipicamente viene
misurato in dBμV. In un segnale analogico tale valore si riferisce alla
potenza di picco di sincronismo del segnale PAL. Invece in un segnale
digitale la potenza misurata rappresenta la somma delle potenze di tutte
le portanti del canale COFDM e non della singola portante. Bisogna
dire che essendo la codifica COFDM piuttosto robusta, nei segnali DTT
possiamo trovare valori di livello molto più bassi rispetto ai corrispettivi
segnali analogici.
Il rapporto canale/rumore (C/N)
Questo rapporto, espresso in dB, mette in relazione il valore di potenza
del segnale a radiofrequenza “C” e il livello di potenza del rumore che
entra nel ricevitore “N”. Il valore di tale parametro varia naturalmente
in funzione della scelta dei parametri di modulazione. I ricevitori DVB-T
richiedono un valore minimo di tale parametro. Infatti la possibilità di
demodulazione dipende anche dall’entità dei disturbi, come cammini
multipli o interferenze co-canale, che il segnale ha dovuto sopportare
nella propagazione. Ad esempio nel Regno Unito è stato previsto un rapporto
minimo di C/N di 26dB per la modulazione 64QAM e di 22dB per la
modulazione 16QAM. Gli altri elementi che possono influenzare il valore
di C/N necessario per una buona ricezione sono: la qualità del ricevitore,
i livelli di intermodulazione in antenna o generati dagli amplificatori utilizzati
negli impianti di distribuzione....